mercoledì 24 febbraio 2010

L’Agenda

Due mesi di ritardo.
E pure quest’anno la signora Bice è tornata alla carica.
Deve esser stata male. L’alito le puzzava di antico. E infatti continua a portare quel fazzoletto in testa che oggi vedi solo a certe mussulmane.
E’ tornata. Malgrado l’aspettassi a fine anno.
Si è affacciata e mi ha chiesto l’AGENDA.
“Signora Bice, ma che cazzo ci deve fare?” (dopo 20 anni abbiamo una certa confidenza)
“Mi serve e basta”
“Perfetto. Mi ha portato indietro quella dell’anno scorso?”
“Certo. Come ogni anno, dottore”
Sono 5 anni che le chiedo indietro l’agenda vecchia.
Lo faccio con tutti gli scassamaroni che a fine anno vengono a fare la questua dell’agenda.
“Che ci deve fare? Eh?
Mi riporti indietro quella dell’anno scorso, USATA! E per usata intendo USATA. Scritta in quasi tutte le pagine.
Poi le darò quella nuova.”
Non ne è tornato nessuno.
Via.
Tutti a cagare.
Il Direttore sembra pure contento di questa storia.
Ma solo perché non ci ha capito niente.
Come al solito, povero imbecille.
La Signora Bice è l’unica che mi riporta le agende ben compilate e piene di una scrittura da primi del 900.
La sfoglio. La richiudo. Le do quella nuova.
“Buon anno Signora Bice”
“Buon anno dottore”
Anche se è fine febbraio.

lunedì 15 febbraio 2010

Sono tornato

A chi pensava che avessi chiuso i battenti… PPPPRRRRRRRRRRR
A chi pensava non fossi tornato… PPPPRRRRRRRRRRR
A chi faceva comodo non tornassi… PPPPRRRRRRRRRRR
All’ABI… PPPPRRRRRRRRRRR
Ai miei avversari di Tetris… PPPPRRRRRRRRRRR
A quella faccia da culo del mio Direttore… PPPPRRRRRRRRRRR
Sono tornato e non vi mollo più.

Però se mi offrono un altro mese di crociera vi mando a cagare tutti, senza problemi.

giovedì 3 dicembre 2009

La visita

Grande fermento stamattina qui.
Il capo ha spolverato la cravatta più bella che ha. Blu, con delle striscette orizzontali bianche. Di cachemire.
Sa tanto di regalo della moglie, che per intenderci deve avere dei gusti di merda.
La cassiera, quella intelligente ha messo su un doppio rossetto che per guardarla occorre metter su la protezione.
L’altra, grugnisce. Come sempre.
A quanto pare riceveremo la visita del Direttore dei direttori.
Da brivido alla schiena.
Apro la porta del capo: “chi viene oggi?”
“io mi chiedo tu qui che ci stai a fare…”
“eppure dovrebbe saperlo. Tetris. Sono campione interbancario.”
“ecco, vedi di dirlo pure al grande capo oggi, così ti sbatte a pulire i cessi”“ah… allora è vero che avremo visite importanti”
“Si. Anzi, togliti dai coglioni”“eh?”
“si, si… ti do tre ore di permesso. Fatti un giro, vai a giocare a biliardo, vai a prostitute, ma esci di qui. Voglio fare bella figura .”“peccato. Volevo dirgli del mio record”
“non mi dire che hai venduto una polizza?”“io? Nooooo... ma che scherziamo. Parlavo di tetris...”

giovedì 26 novembre 2009

Cambio di Guardia

Nicola, la guardia... è andata in pensione.
E' passato oggi a salutare tutti.
Io gli ho dato una pacca sulla spalla.
"Che culo che hai. Non hai fatto una sega per tutta la vita e ora ti danno pure la pensione."
"Beh... lo sai qual'è la cosa più bella? Che la pensione me la pagherai tu!"
"Ma vaffanculo, va... a proposito. Me la regali una pallottola?"
Gliel'ho chiesta solo per rompergli le palle.
"Pallottola? E chi ce l'ha mai avute. Tè minchinone, guarda qui..."
E mi apre il caricatore della sua Beretta. Vuoto!
"Che pensi che mi sarei fatto ammazzare per la tua faccia di merda?".
Gli ho dato un pugno sulla spalla e l'ho salutato.

Stamattina mi ha salutato la nuova guardia. Ciro, di origini casertane.
"Uè, dottò... qualsiasi cosa avete bisogno, io ve la rimedio, eh. Avete solo da chiedere"
"Qualsiasi cosa?"
"Qualsiasi cosa!"
"Tipo?"
"Tipo... che ne sacc'io... ah, tipo le pilloline blu! Avete capito, si?"
"Ho capito. Ma con tua sorella non ne ho bisogno!"
"..."
"Vai, vai.. vai a lavorare"
"Si, dottò, si."

giovedì 19 novembre 2009

Porgi l'Altra Guancia

Ore 9.30. Leggo tranquillamente la Gazzetta su internet. Squilla il telefono.
Il capo.
"Venga nel mio ufficio, le devo parlare"
'mmhhh'
"Si sbrighi"
Mi trascino slacciandomi la cravatta. Chi cazzo l'ha detto che debba portarla ben allacciata?!
"Venga si accomodi"
Mi stravacco sulla sedia di fronte alla sua scrivania.
"Lei di sicuro non ha sentito parlare del Progetto PAG... Ne ha sentito parlare per caso?"
'No, direi di no'
"Ci avrei giurato...La nostra banca ha deciso di dare un segnale forte alle relazioni interpersonali. Da oggi cercheremo di essere tutti più tranquilli, sereni, comprensivi... amici. Perchè chi è amico si sente meglio e se si sente meglio produce, crea valore aggiunto, conto economico, reddito, ecc. ecc."
'Per cui?'
"Per cui ecco che nasce il Progetto PAG. Porgi l'Altra Guancia. Come si fa tra amici veri. E io, oggi... sono qui per questo. Per porgere l'altra guancia. Perchè chi è amico è sincero. Insomma... mi dica cosa pensa di me. Io ne sarò contento. Il nostro rapporto ne trarrà profitto. E... e non si vergogni a dire la verità Sono qui per porgere la mia guancia e anche l'altra".
'Veramente lei pensa di voler sentire quello che penso di lei?'
"Certo che voglio. La Direzione lo vuole. Su, su.. non faccia il timido"
'Beh,, quando l'ho conosciuta ho pensato che fosse un INCAPACE... ma poi...'
"Ma poi?..."
'Poi ho capito che oltre ad essere un INCAPACE lei era anche un fottuto IDIOTA TESTA DI CAZZO LECCACULO!'
"..."
Sorrido. Vai, fammi vedere il tuo PAG, penso... Porgimi l'altra guancia...
"Senta... Esca di qui o la prendo immediatamente a calci in culo"
'Ma l'altra guancia... il PAG?'
"Imbecille, io la rovino e si scordi il premio di marzo e pure la tredicesima. La mando a pulire i cessi della peggiore Agenzia di periferia."
Esco con calma. Faccio due metri... torno indietro.
'Avevo dimenticato di dirle una cosa...'
Mi guarda.
'E' anche un pò CORNUTO... molto CORNUTO'.

mercoledì 18 novembre 2009

Dì-SPUTA



Sta succedendo di nuovo.
Non voglio crederci, non voglio guardare, non voglio essere qui.
Invece sono l'unico, obbligato spettatore di questo schifo.
Il cliente sta vomitando frasi al suo solito modo, ma parla troppo veloce,
si mangia le parole, gli escono fonemi alla rinfusa, non si capisce un cazzo.
Ma non è questo il problema.
Si lamenta di qualcosa, ma non mi è nemmeno chiaro di cosa, forse ha anche ragione.
Il problema è che sta per succedere di nuovo.
E non ho avuto nemmeno il tempo di svuotare la scrivania quando è spuntato sulla porta.
Mi sono chiesto per mesi se abbia un disfunzione particolare o cosa altro possa spiegare il fenomeno.
Sta di fatto che, mentre mi sforzo di guardarlo negli occhi, non posso fare a meno di fissargli il mento.
E come sempre, dopo quasi cinque minuti che blatera di cose alle quali annuisco non troppo convinto,
il mento gli si è completamente bagnato, madido di saliva e sudore.
E una volta bagnatosi completamente, arriva la parte peggiore.
Il volume della sua litania si abbassa, diventa un sottofondo. Posso solo fissarlo, ipnotizzato dall'orrore.
Vedo solo l'oscena tragedia consumarsi sotto i miei occhi. Dalla fradicia metà inferiore del suo viso,
mentre parla, iniziano a staccarsi lembi di saliva rassegata, gocce di sudore, spruzzi di bava,
che si schiantano inesorabili sulla mia scrivania, non prima di aver colpito i vari documenti che dovrò toccare di lì a poco.

Dicono che parlare male del proprio lavoro è come sputare nel piatto in cui mangi,
ma se anche non lo facessi io, ci penserebbe qualcun altro per me.

giovedì 5 novembre 2009

Niente da fare!

Niente da fare!
Anche oggi mi ritrovo qui, nel magico mondo degli impiegati bancari.
Posto fisso, lavoro fisso, stipendio fisso... sguardo fisso.
Guardo questi poveri cristi questuanti, uno dopo l'altro, senza neanche accennare a chiudere una palpebra.
Li detesto.
Quasi quanto i miei colleghi.
Niente da fare.
Oggi non ho voglia di fare una sega.
Mi metto al pc, mi faccio un tetris e dico a tutti quelli che si presentano un No.
E' quello che vogliono sentire.

"Siamo bastardi in banca, signora, non lo sapeva? O ha creduto anche solo per un attimo alla pubblicità che ci fa giovani e sorridenti?"